A partire dal sedicesimo secolo iniziano a diffondersi strumenti che, secondo le zone di provenienza, prendono i nomi di mandola, mandora, pandura etc. Il nome mandora appare nel corso del XVI secolo ed indica uno strumento dalle dimensioni più piccole del liuto, con quattro cori di corde singole o doppie, diffusa soprattutto in Francia, Germania e Inghilterra. La variante italiana di questo strumento fu chiamata mandola forse per la sua forma “a mandorla” e monta generalmente cinque o sei cori di corde accordate per quarte attorno ad una terza, e qui la discendenza da liuto diventa evidente. Il termine mandola è usato per la prima volta nel 1589 a Firenze, nell’organico strumentale dei famosi intermedi alla commedia “La Pellegrina” di G. Bargagli, composti in occasione delle nozze tra Ferdinando I de’ Medici e Cristina di Lorena. Il nome mandolino è successivo e chiaramente deriva da mandola, forse per le dimensioni più ridotte, probabilmente però con mandola e mandolino si poteva indicare lo stesso strumento. Assieme a questo tipo, nel 700 si usava anche un altro mandolino detto bresciano. Esso conservava le caratteristiche principali del precedente ma montava quattro cori di corde singole, accordate per quinte come il violino, anch’esse in budello e con il foro di risonanza intagliato sulla tavola senza decorazioni.
Solo a partire dalla metà del diciottesimo secolo appare sulla scena musicale uno strumento detto mandolino napoletano, con caratteristiche diverse dal più antico mandola/mandolino. La cassa è più profonda, il foro di risonanza è ovale e privo di rosetta, la tavola armonica è generalmente dotata di battipenna di legno o tartaruga, il manico è più stretto e monta tasti di metallo, la paletta sostituisce il falcetto presente invece nei mandolini barocchi. L’uso di corde di metallo, con maggiore tensione, rende necessaria una “spezzatura” sul piano armonico, all’altezza del ponticello mobile, per compensare la maggior pressione sulla tavola. Per tutti i tipi di mandolino esiste un notevole ed interessante repertorio di musica originale di autori noti e meno noti, nella musica da camera, sinfonica e operistica. Tra gli autori più importanti ricordiamo Haendel, Vivaldi, Scarlatti, Mozart, Salieri, Hummel, Beethoven, Paisiello, Bizet, Paganini, Verdi, Mahler, Prokofiev, Henze, Chailly e numerosi altri.
Raffaele Calace, tardo XIX sec
21 doghe
Ispirato ai classici modelli Calace realizzati a partire dalla fine dell'ottocento questo modello ha guscio composto di ventuno doghe in legno di palissandro, ma altre essenze possono essere concordate. I dettagli e le finiture sono personalizzabili e comprendono battipenna in tartaruga sintetica e foglia d'oro, decorazioni in madreperla su buca, tastiera e paletta, controfascia esterna scolpita etc. Il suono è pronto, squillante ed intenso come nella tradizione di questa grande famiglia di liutai.
Lunghezza vibrante: 33-36 cm
Giuseppe e Carlo Fixer, 1759
13 doghe
Milano, Museo degli strumenti musicali (212)
Copia da un originale conservato nelle collezioni del Castello Sforzesco questo modello ha forme e superfici più generose rispetto al modello Presbler che gli conferiscono maggior volume e potenza dinamica. Decorazioni e dettagli possono essere concordati, la rosetta può essere intagliata nella tavola o applicata.
Lunghezza vibrante: 30-33 cm
Francesco Presbler, 1759
15 doghe
Milano, museo Bagatti-Valsecchi
Copia di uno strumento originale conservato a Milano questo mandolino rappresenta un bell'esempio di mandolino a sei corde doppie tipico della seconda metà del diciassettesimo secolo. Le sue dimensioni e la forma compatta lo rendono uno strumento estremamente brillante nel timbro e pronto nella risposta. A richiesta si possono realizzare personalizzazioni sul falcetto o decorazioni in madreperla. La rosetta può essere intagliata nella tavola o realizzata in pergamena.
Lunghezza vibrante: 33-36 cm
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