Chitarre barocche
Chitarre barocche

 

Nel corso del diciassettesimo secolo si assiste gradualmente al passaggio dalla chitarra rinascimentale, a quattro ordini di corde, verso lo strumento a cinque ordini di corde. Le chitarre barocche sono spesso caratterizzate da decorazioni particolarmente raffinate, soprattutto per quanto riguarda la rosetta della buca e gli intarsi di ogni tipo, l’accordatura si avvicina a quella moderna (La-Re-Sol-Si-Mi) con i due cori più gravi spesso ottavati ed il cantino singolo. Di questo periodo restano oggi nei musei un gran numero di strumenti dalle decorazioni delicatissime ed impreziosite con intarsi in legni pregiati, tartaruga e avorio ma anche argento, oro e pietre preziose, realizzate dai grandi maestri dell'epoca, tra i quali ricordiamo Voboam, Sellas e lo stesso Stradivari.

La chitarra si diffonde presso tutte le principali corti europee ed accanto alla musica raffinata, scritta ancora in forma di intavolatura, compaiono i primi libri di accordi, destinati a favorirne ulteriormente la diffusione presso i musicisti dilettanti e nella musica popolare. Allo stesso tempo, musicisti e virtuosi come Francesco Corbetta, Robert de Visèe e lo spagnolo Gaspar Sanz contribuiscono allo sviluppo della tecnica strumentale e arricchiscono il repertorio con le loro composizioni. In realtà, la limitata estensione della chitarra a cinque corde comincia ormai ad andare stretta agli strumentisti più esigenti e, nel corso del 1700, esperimenti da parte di vari costruttori in Italia, Spagna e Francia cominciano ad indicare l’utilità di una sesta corda bassa mentre si assiste al passaggio dall’uso dell’intavolatura a quello della notazione su pentagramma, con la conseguente equiparazione della scrittura chitarristica a quella degli altri strumenti.

 

 

vista frontale   fondo

Modello proprio

fondo bombato a 11 doghe

Dall’analisi di originali e iconografie italiane del diciassettesimo secolo abbiamo questo modello di chitarra a cinque ordini. Le linee filanti ed armoniose della cassa richiamano gli eleganti profili che possiamo vedere nei dipinti italiani del periodo, le fasce alte danno alla cassa un grande volume d’aria in grado di conferire allo strumento una voce ricca e calda.

Lunghezza vibrante: 70-75 cm

 

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Modello Voboam

fondo piatto

Con una cassa dalle dimensioni contenute e dalle linee caratteristiche, questo modello rappresenta bene lo stile costruttivo e decorativo dei liutai francesi del  tardo diciassettesimo secolo. Il suo diapason, corto per gli strumenti dell’epoca, ben si presta all’esecuzione solista così come all’accompagnamento al canto.

Lunghezza vibrante: 60-65 cm

 

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